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Tornano in Italia le monete romane trovate in Libia
December 28, 2001

ROMA, 28 DIC - Oltre 100.000 monete in bronzo argentato di età imperiale, scoperte negli anni Ottanta a Misurata in Libia, sono state affidate dal Dipartimento delle Antichita' della Repubblica Araba Popolare Socialista Libica al CNR con l'incarico di studiarle e restaurarle. Si tratta del più grande ritrovamento di monete del mondo antico: le monete coprono un periodo databile tra la fine del III ed i primi decenni del IV secolo, ovvero dall'età di Diocleziano a quella di Costantino il Grande. ''Possiamo finalmente analizzare - spiega il Direttore dell'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del CNR, Salvatore Garraffo - il più grande patrimonio di monete del mondo antico ufficialmente noto, giunto miracolosamente intatto sino a noi grazie al particolare modo di conservazione in grosse anfore od olle, che vennero sotterrate a gruppi intorno a un piccolo edificio rustico per proteggerle, molto probabilmente, da un pericolo imminente''. Il lavoro di restauro, in parte già avviato, utilizzerà un nuovo set di strumentazione portatile per la caratterizzazione non distruttiva della lega e della patinatura delle monete, sviluppato in collaborazione con il Laboratorio del Sud (Catania) dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
28/12/2001 15:48 


Folles romani di Massiminiano, AD 286-305

La Libia affida al Centro nazionale delle ricerche (Cnr) l'incarico di studiare le oltre 100.000 monete in bronzo argentato (folles) scoperte negli anni '80 a Misurata. Si tratta del più grande ritrovamento, ufficialmente noto, di monete del mondo antico: gli esemplari più tardi sono stati coniati intorno alla fine del 333 circa d.C.
Torna in Italia quindi uno dei più grandi "tesori" dell'Antica Roma. Una collezione inestimabile, unica al mondo, che il Dipartimento delle Antichità della Repubblica Araba Popolare Socialista Libica ha affidato, con l'obiettivo di svelarne i segreti, all'Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma. 

"Possiamo finalmente analizzare - spiega il Direttore dell'ITABC, Salvatore Garraffo, responsabile di questo incarico - il più grande patrimonio di monete del mondo antico ufficialmente noto, giunto miracolosamente intatto sino a noi grazie al particolare modo di conservazione in grosse anfore od olle, che vennero sotterrate a gruppi intorno a un piccolo edificio rustico per proteggerle, molto probabilmente, da un pericolo imminente". 

Una vera fortuna, che ha permesso di riportare alla luce un patrimonio archeologico di incredibile valore storico, che copre un periodo databile tra la fine del III ed i primi decenni del IV secolo, ovvero dall'età di Diocleziano a quella di Costantino il Grande, e che permetterà di ampliare notevolmente il quadro di informazioni sulla circolazione monetaria. 

Il lavoro di restauro, in parte già avviato, potrà avvalersi di un innovativo set di strumentazione portatile per la caratterizzazione non distruttiva della lega e della patinatura delle monete, sviluppato in collaborazione con il Laboratorio del Sud (Catania) dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, realizzato nell'ambito del Progetto Finalizzato "Beni Culturali" del CNR. 

"Una volta ultimato lo studio - conclude Garraffo - entreremo in possesso di una messe di indicazioni preziose per la ricostruzione delle vie del rifornimento di circolante nella regione, dal momento che questo tesoro comprende tutte le principali zecche attive nell'epoca, da quelle della Gallia e della Britannia, a quelle dell'Asia Minore". 

 

 

© 2000-2007 LMB   -  Last Update: 15-lug-2007