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Il gladio di tipo Mainz(Gladius)
Secondo alcuni2 tale "modello" di Gladio è andato in disuso agli inizi del primo secolo, ma non risultano esserci altrettanti
pareri pro o contro non essendo un elemento rilevante. La mia opinione è che questo tipo di gladio sciancrato possa essere stato adoperato almeno per tutto il primo secolo
e solo a partire dal secondo del tutto preferito ai tipi "Pompei" più simili alle lunghe spade galliche con i lati paralleli.
Altra teoria bizzarra circolata nel 2008 su qualche forum in internet attribuiva le sciancrature al semplice consumo, ma l'idea non può essere accettata
almeno per due motivi: il primo è che i ritrovamenti hanno sempre restituito gladi con i lati perfettamente simmetrici, cosa che il "consumo" non avrebbe
consentito a meno che in fase di affilatura non si preferisse fare un doppio lavoro per un mero gusto estetico; in secondo luogo perchè l'uso del gladio
come fendente su parti dure o per la parata è difficilmente ipotizzabile come regola se non in condizioni di panico o disperazione. La parata infatti si fa di piatto
se non con lo scudo, e le parti dure al massimo si attaccano di punta proprio per non danneggiare l'arma.
La sciancratura, quindi, non assume alcun motivo pratico se non per l'influenza delle falcate di epoca, queste certamente si, molto più antica.
Il Gladio in fig.1 è un eccellente esemplare Mainz della società Albion interamente forgiato a mano con elsa in osso.
Il fodero "Ibrido"
Il fodero presentato in queste pagine l'ho chiamato ibrido perchè in realtà è un miscuglio di due foderi molto noti: il fodero
del gladio cosiddetto "di Tiberio" e il fodero del "Fulham" entrambi custoditi al British Museum di Londra.
I ricostruttori puristi certamente arricceranno il naso, ma questo fodero è stato da me voluto un po' diverso dai puri ritrovamenti partendo dall'osservazione che su
certi modelli probabilmente era sfizio dei soldati romani farsi creare degli esemplari unici per vanto. Il mix che ho richiesto di realizzare ai bravi
Annalaura e Pierpaolo Siercovch lo ritengo comunque un mix filologico di ritrovamenti risalenti agli stessi anni.
La realizzazione di queste copie è avvenuta a sbalzo su lamina di ottone e successivamente dorate pesantemente in oro 24K e argento 999 per mia ostinata volontà.
La mia ostinazione nel volere realizzare "il gioiello" anche di valore ha in buona parte smussato il rilievo dell'ottimo sbalzo finendo con il
rovinarne i contorni. Il risultato è comunque eccellente per le proporzioni, un po' meno per i dettagli a causa di questo problema tecnico.
1 - Polibio, Varrone, Vegezio
2 - Simkins (1999)
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